Ross Brawn è arrivato in Ferrari nel 1996 come direttore tecnico e ha dovuto attendere il 1999 per la conquista del titolo costruttori, e il 2000 per l’alloro piloti di Michael Schumacher. Le battaglie e le sconfitte contro Williams e McLaren hanno spinto la Scuderia ad unirsi ulteriormente, e sono arrivate le vittorie in serie dal 2000 al 2004.
Il direttore sportivo della F1 ha spronato il team italiano a non lasciarsi abbattere dall’esito ormai segnato del mondiale 2018: “Avendo vissuto molte crisi durante il mio periodo in Ferrari, so che questo è il momento di fare gruppo, restare uniti e guardare avanti, senza recriminare o cercare colpevoli. Piloti, ingegneri e dirigenti vincono e perdono tutti assieme, è una regola non scritta in ogni sport, non solo in F1. E a Maranello lo sanno, ora è il momento di cambiare le cose e terminare con stile una stagione che ha avuto molti aspetti positivi“.
Proprio sull’aspetto della caccia ai responsabili sono incentrate le raccomandazioni di Ross Brawn: “Non c’è dubbio che lo shock della morte improvvisa del suo presidente, Sergio Marchionne, che era un riferimento molto forte per la squadra, ha avuto un impatto importante, e questo è comprensibile. Il management del team dovrà evitare di dedicarsi al ‘gioco delle colpe’ sulla scia della sempre più probabile sconfitta in campionato“.
Infine il 63 enne di Manchester cerca di vedere i lati positivi di questo campionato in casa Ferrari: “È chiaro, anche solamente da una breve analisi del comportamento della vettura, che hanno un pacchetto tecnico molto forte. Gli sforzi degli ultimi anni hanno visto il team chiudere il gap tecnico con la Mercedes, che resisteva dall’introduzione delle power unit ibride del 2014. E rispetto allo scorso anno anche l’affidabilità sembra essere migliorata“.
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