Dalle pagine del suo blog il giornalista Leo Turrini è intervenuto sull’inizio della stagione di Formula 1 2018 e ha parlato di Ferrari, della splendida vittoria del Gran Premio del Canada e ha analizzato la situazione delle Rosse dopo le prime sette gare della stagione:
“V come Vettel. V come Villeneuve. V come Vittoria. Potrei anche fermarmi qua, per non lasciare tracimare la mia euforia di ferrarista in servizio permanente effettivo. V anche come Ve lo aveva detto Seb che quest’anno ci sarebbe stato tanto per cui lottare, spasimare, soffrire. E gioire, forse, alla fine. Di sicuro, questa è stata la vittoria più netta, per Vettel, da quando si è vestito di Rosso.
E credo che la sua felicità esplosiva, dopo, si spiegasse anche così. Ohi, stiamo parlando di un Campione cinquanta volte primo in carriera. Se si emoziona così, significa che ha intuito qualcosa. Di grosso. Io invece confesso che avevo intuito cosa doveva accadere vedendo Jacques, nel pre gara, girare sulla Rossa di Gilles. Avevi il magone che non andava ne su ne giù. Si è sciolto solo sotto la (doppia, tanto per farmi fibrillare un po’ di più) bandiera a scacchi.
Il resto.
La vera Mercedes non può essere questa. Torneranno a farci tremare, non ho dubbi. Non c’era nemmeno il vero Kimi, di cui invece Vettel ha un dannato bisogno. La Red Bull sarà l’arbitro e spero che Verstappen (decente, finalmente) e Ricciardo non siano parenti del signor Orsato. Ma a tutto questo penserò da domani. V come Vettel. V come Villeneuve. V come Vittoria. V come Ve l’aveva detto Seb che…
A parte la meraviglia Ferrari, straordinariamente sublimata da un Vettel in stile “forse ancora non avete capito chi sono”, per la serie “I am your father, join me to govern The Empire”, eccetera, a parte questa enormità, dicevo, la vera notizia post Canada risiede nella spettacolare incazzatura di Toto Wolff.
Roba che neanche Salvini con i maltesi. Già sapete. Dopo la gara di Montreal, il grande capo dei Grigi ha sparato alzo zero sul quartiere generale.
Il suo quartiere generale! Frasi come “figura di m…”, “siamo indietro dappertutto”, “ci saranno conseguenze”, eccetera, sono senza precedenti in era ibrida.
Deduzioni.
prologo. Facesse una uscita del genere Iron Mauri Arrivabene, verrebbe scuoiato su pubblica piazza, con esegeti della virgola pronti a spiegare, anche qua!, che così non si fa, poffarre e perbacco.
Uno. Ecco cosa succede a mettersi in casa Allison e Sassi (scherzo, eh).
Due. Wolff, con Lauda nei panni di Archie Goodwin, è consapevole che senza strani accadimenti adesso Vettel starebbe minimo a +31, altro che più uno.
Tre. Quando non sei abituato a prenderle dai di matto al primo ceffone. Figurati quando arriva una carezza in un pugno (era ferrarista anche Gino Santercole, rip).
Quattro. È tutto cinema, questi qui tirano fuori la versione evo della power unit e ti saluto e sono.
Cinque. Hamilton tra sabato e domenica era furibondo e il capo aveva compreso che occorreva dare un segnale alla truppa, perché se Lewis va in modalità off il campionato con Bottas non puoi vincerlo (o meglio: non devi vincerlo, avendo io annunciato che se il finnico di riserva conquista il mondiale, ecco, mi ritiro e dedico il blog alla mia segreta passione, la traduzione in aramaico delle interviste post race di my old brother Kimi).
In attesa di sviluppi, io risssumerei così il tutto. Anche Toto Wolff nel suo piccolo talvolta si incazza.”
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