Il 14 agosto 1988, a Modena, si spegneva Enzo Ferrari. A ricordarlo oggi il figlio Piero, vice presidente del Cavallino e Luca di Montezemolo che è stato suo d.s. dal 1973 al 1976 e poi presidente del Cavallino dal 1991 al 2014. “A trent’anni dalla scomparsa di mio padre – ha detto il figlio Piero – sono orgoglioso di vedere quanto affetto c’è ancora nei suoi confronti e sono sicuro che sarebbe particolarmente contento di vedere tanti giovani che lo ricordano e seguono con passione la Ferrari. Quella di oggi è una Ferrari sicuramente diversa, ma che a lui sarebbe piaciuta perché ha gli stessi valori e guarda, come sempre ha fatto lui, al futuro”.
MONTEZEMOLO — “Enzo Ferrari è stato un uomo geniale, un uomo coraggioso, un uomo determinato, sempre abile a stimolare i propri uomini, a motivarli e a guardare avanti e mai indietro. A guardare sempre al domani soprattutto nei momenti difficili. Da lui ho imparato molto e a lui devo molto — ha sostenuto Luca di Montezemolo al TG5 —. Aveva anche un grande istinto naturale per il marketing. Un genio per come ha gestito la sua immagine e soprattutto la sua azienda, il marchio, il nome della Ferrari. Quando ho preso il suo posto nel 1991 e per 23 anni l’ho coperto quel ruolo, ogni volta che vincevamo, e abbiamo vinto 14 titoli mondiali, ho sempre pensato fosse un modo per restituire a lui la fiducia che mi diede quando ero giovanissimo. Ho sempre pensato che sarebbe stato orgoglioso di quello che avevamo fatto. Ferrari era un vero italiano attaccato alla sua terra, un uomo straordinario di grandissima intuizione e soprattutto di un uomo che ha sempre amato la sua azienda e il suo lavoro. Mi ricordo quando nel 1975 a Monza abbiamo vinto dopo 11 anni il mondiale con Niki Lauda, io come giovane direttore sportivo gli telefonai dopo la gara e lo sentii per la prima volta commosso, quasi in lacrime, al telefono. E questo dimostra l’attaccamento la passione che aveva per la sua azienda e per i suoi uomini”.
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