Ventiquattro millesimi di secondo. Il GP di Francia 2019 verrà ricordato, certo, per il successo di Lewis Hamilton al Paul Ricard, ma l’aspetto più clamoroso della gara al Paul Ricard resta il risibile distacco nel giro più veloce in gara fra la Ferrari di Sebastian Vettel e la Mercedes del re nero.
Il tedesco ha conquistato il punto addizionale con la SF90 all’ultimo giro, dopo un pit stop fatto apposta per montare un treno nuovo di Soft, mentre nella stessa 53esima tornata l’inglese con gomme Hard ormai finite che avevano percorso 39 giri! Roba da quasi due secondi di delta.
Sebastian non ha effettuato il suo giro migliore, ma la prestazione della Mercedes è stata devastante! Il punto guadagnato da Seb ha avuto un effetto mediatico devastante per la Ferrari, al punto che qualcuno del muretto del Cavallino avrà rimpianto l’idea di cercare il best lap.
Perché in quel 53esimo giro al Castellet è emersa la cruda realtà: la Ferrari non riesce a mandare in temperatura nemmeno le gomme soft, quando sull’asfalto ci sono oltre 52 gradi.
La SF90 non è stata pensata per questi pneumatici che devono durare più che in passato, permettendo ai piloti di tirare nell’intero stint (se non lo fanno è perché c’è chi gli impone di non farlo per due possibili ragioni: 1 – risparmio di carburante; 2 – si deve ridurre il ritmo per stare nella finestra di un solo pit stop: meglio andare più piano in pista, piuttosto che fermarsi ai box): la Rossa evidenzia un’ottima efficienza aerodinamica nell’anno in cui, con le nuove regole aerodinamiche paga avere più spinta verticale.
La colpa di tutto questo viene puntualmente data alle gomme Pirelli: l’accusa che viene portata alla Casa milanese è di aver costruito gli pneumatici per la Mercedes, adottando per tutta la stagione quel battistrada ribassato di 0,4 mm che tante polemiche aveva generato l’anno scorso. Ma questo lo può dire un tifoso del Cavallino, non chi vive nel paddock perché sa benissimo che queste coperture sono il frutto di una lettera d’intenti che è stata scritta dai team, dal promotore (Liberty Media) e dal legislatore (FIA):
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“Siamo arrivati all’ottava gara della stagione – ha detto Mario Isola, responsabile quattro ruote di Pirelli Motorsport – e posso dire quali sono gli obiettivi espressi nella lettera: eliminare il blister, ridurre l’overeating, spaziare le mescole e allargare il working range. I primi tre risultati li abbiamo sicuramente raggiunti, mentre quello del working range è una priorità per il prossimo anno, sebbene la finestra di utilizzo sia comunque più grande rispetto allo scorso anno”.
A giudicare dai famigerati 24 millesimi di secondo viene da pensare che la Ferrari non abbia interpretato nel modo migliore come sfruttare il potenziale delle gomme: la Rossa non immette abbastanza energia sugli pneumatici, cosa che riesce facilmente alle frecce d’argento e anche alla McLaren.
A Maranello sono convinti che la SF90 abbia solo una carenza di carico aerodinamico, mentre c’è chi ritiene che la Ferrari sia condannata a prenderle sulle piste con curve lente perché la sospensione anteriore è di disegno troppo conservativo, per cui anche il grip meccanico è inadeguato. La W10 al pivot che ha permesso di disassare il triangolo superiore della sospensione anteriore, un must della Casa, ha aggiunto quest’anno un bracket che sposta il punto di fulcro della puntone che permette di abbassare l’avantreno quando si aziona lo sterzo.
La soluzione della macchina del Cavallino, invece, è tradizionale e, forse, inadeguata a queste gomme. Del resto la McLaren sta risalendo la china, è quarta nel Costruttori, perché a Woking hanno dedicato tempo e risorse dopo i test invernali, ottenendo risultati positivi.
A livello prestazionale è giusto registrare che in qualifica il record della pista al Castellet è crollato di 1”710, mentre per tornare al giro più veloce in gara il tempo in un anno è sceso di 1”485. Le performance sono migliorate ben oltre le previsioni, ma ne beneficia chi la lavorato meglio.
Su una pista come Spielberg che, almeno sulla carta, dovrebbe essere più favorevole alla Rossa, la Ferrari porterà altre novità che si aggiungeranno al pacchetto visto in Francia: serviranno ad avvicinare le W10?
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