SPA-FRANCORCHAMPS – Sembra che la lotta per il Mondiale rilassi, anziché preoccupare. «Ho un piano mentale per la seconda fase del Mondiale? No, ma so come approcciarla. E ho chiaramente degli obiettivi» dice Lewis Hamilton. «Confermo l’ottimismo di Budapest, nonostante abbia perso quella corsa? Sì, certo» gli fa eco Sebastian Vettel. Eccoli tornati, i duellanti della F1. Nella giornata caratterizzata dalla risoluzione in extremis del pasticcio della Sahara Force India – potrà proseguire il Mondiale con la dizione Racing Point Force India dopo l’acquisizione della scuderia avvenuta nei giorni scorsi da parte di un consorzio guidato da Lawrence Stroll, papà di Lance pilota della Williams – si alza il sipario su una volata lunga nove Gp. Questo barrage iridato comincia sul circuito più lungo del campionato (7 km), dove è necessario trovare un equilibrio tra tutte le componenti: motore, gomme, aerodinamica. E magari domare pure il meteo, anche se la variabilità delle Ardenne stavolta sembra più incanalata verso il sole previsto per domenica: solo sabato la qualifica è a rischio di quella pioggia che fin qui è stata affrontata meglio da Lewis e dalla Mercedes. Dettagli di complemento, tutt’altro che secondari: si sospetta che le Frecce d’argento montino sulla W09 Hybrid di Valtteri Bottas una la versione «evo 3» del motore. In tal caso il finlandese sarebbe alla quarta unità nella stagione e pagherebbe così la penalità di dieci posti in meno sulla griglia. «Ma questa è una pista nella quale la rimonta è possibile» sottolinea Iceman II, facendo capire che l’operazione – che sarà decisa sono nell’imminenza delle prove libere – è più che possibile. Pure la Ferrari si presenta con una power unit aggiornata, ma per ora è tenuta in stand by: se servirà, sarà montata; in caso contrario, la vedremo a Monza.
Altalena
Il duello mondiale, dicevamo. Si riprende dal +24 di Hamilton, leader felice e forse un po’ inaspettato (dopo il trionfo di Silverstone, era Vettel quello indiziato di arrivare in testa al break estivo) ma non per questo convinto che questo vantaggio sia decisivo: «E’ una situazione che dà di sicuro una bella spinta. Inconsciamente è vantaggiosa: ma avrò lo stesso approccio avuto nelle scorse gare, dunque la missione è di allargare il “gap”. Non voglio più ritrovarmi sull’altalena della classifica, una volta davanti e una indietro». Lewis, che svela di aver tenuto spento il cellulare per quasi tutta la vacanza («L’ho lasciato spesso nella cassaforte dell’ hotel: è stata la scelta migliore»), ha anche parole di stima per il suo ex nemico Fernando Alonso («Lascia la F1 con meno titoli di quelli che meriterebbe»), spende una riflessione sulla scelta di Daniel Ricciardo di lasciare la Red Bull per la Renault («Io e lui siamo molto simili: amiamo i rischi e le scelte coraggiose») e soprattutto racconta di come è stato emotivamente coinvolto dalle condizioni di salute di Niki Lauda, al quale sono stati trapiantati i polmoni: «Volevo andare subito in ospedale a trovarlo, ma mi è stato detto che era impossibile. Niki è il più grande combattente che ho conosciuto e combatte ancora». Però è del Gp del Belgio e del Mondiale che tutti vogliono sapere. «Credo che la Ferrari abbia fatto un passo in avanti sul piano del motore; e questo è un circuito da motore. Non so come ce la caveremo contro di loro sul piano della potenza». A Vettel, invece, riserva una frecciata diciamo così «occulta»: «Sente la pressione? Solo lui può dirvelo. Io la sento di sicuro, ma non è un aspetto negativo. Devo anche dire che la Ferrari è da un po’ che non vince il Mondiale». Come dire: altro che se sente la pressione…
Vettel: «Velocità decisiva»
Sebastian, però, in apparenza è tutto men che agitato. «Sono più ottimista di un anno fa, quando anziché inseguire avevo 14 punti di vantaggio su Hamilton? Non ricordo bene lo scenario. Di sicuro oggi siamo messi peggio in termini di classifica, ma la chiave sarà essere veloci: è l’arma per rimontare». Il tedesco parla di una battaglia fin qui pari («Nella prima parte della stagione noi e la Mercedes abbiamo sia vissuto delle sorprese positive sia abbiamo perso delle occasioni») e ribadisce che oggi per il Cavallino ci sono di nuovo gli ingredienti per puntare al Mondiale: «Quando sono arrivato, il team era in un momento di profondi cambiamenti: siamo stati davvero bravi a crescere e a progredire sul piano dello sviluppo; credo anche che in Ungheria fossimo più avanti della Mercedes. La condizione fondamentale per lottare per il titolo sarà mantenere un alto livello di competitività per il resto della stagione». Sarà il duello tra un pilota che ama il jet set e la celebrità e uno che preferisce essere visto come uomo di sport? «Non giudico le scelte di vita degli altri. A me però la parola celebrità non piace, preferisco essere considerato uno sportivo».
Leave a Reply