Novantuno giorni dopo aver conquistato la sua prima pole position in Formula 1 sul circuito di Al Sakhir, Charles Leclerc ha concesso il bis, dominando le qualifiche del Gran Premio d’Austria.
Nei tre mesi trascorsi dalla pole bahrenita, il ventunenne monegasco ha assimilato sempre più la nuova vita ferrarista, mettendo in conto qualche sbavatura ma confermando sul campo una performance da vertice assoluto ed una tenuta mentale tipica dei grandi campioni.
La sua storia in rosso è ancora tutta da scrivere, ma intanto nei nove weekend disputati da ferrarista, Leclerc ha già raggiunto un obiettivo importante, visto che nel paddock viene considerato uno dell’ambitissimo club dei top-driver.
La pole position di oggi è un tassello importante, perché è arrivata al termine di due giorni in cui Charles non è solo stato il più veloce in pista, ma anche l’unico tra i piloti di vertice a non fare un solo euro di danni. Velocità e consistenza.
L’exploit di Charles Leclerc è stato anche ossigeno puro per la Ferrari, reduce da un weekend difficile in terra di Francia. Solo sei giorni fa la Mercedes aveva messo a segno l’ennesima doppietta, e il terzo posto conquistato dal monegasco al Castellet ha lenito solo una piccola parte della delusione rossa.
Meno di una settimana dopo c’è stato un ribaltone clamoroso, perché non erano proprio in tanti a credere nella possibilità che la Ferrari potesse ritrovare la pole position in terra d’Austria. Ma cosa è accaduto in soli sei giorni?
La prima spiegazione è il track effect, ovvero una pista in cui le doti della SF90 vengono evidenziate in modo decisamente più significativo rispetto al Paul Ricard. Non è una notizia a sorpresa, visto che la Ferrari vista in questa stagione è già stata certificata come un animale da rettilinei, e sul Red Bull Ring ci sono tre allunghi significativi in cui Leclerc ha confermato il tutto.
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Però non era scontato che questo aspetto bastasse a mettersi le Mercedes alle spalle, ed in effetti qualcosa è migliorato anche nella guidabilità della monoposto. Le immagini on-board hanno confermato un inserimento di curva migliore rispetto a quello visto sul Paul Ricard, e su questo fronte ha influito molto il lavoro di set-up completato nel box del Cavallino tra venerdì e sabato.
Come previsto la Ferrari si è confermata più veloce in tutti nei punti di staccata (3 km/h alle curve 1, 4 e 7, e 5 km/h alla 3 e 6) ma contrariamente alle attese la rossa ha tenuto botta nei punti guidati, pagando rispetto alla Mercedes meno del previsto.
Il mix ha fatto la differenza, questa volta a favore della SF90. In una pista stop-ad-go anche il motore ha ovviamente un ruolo cruciale e non è un caso che nella top-11 ci siano tutte le sei power unit del Cavallino in pista.
Ma proprio un problema di motore ha condizionato pesantemente la qualifica di Vettel, unica nota stonata del sabato ferrarista. Seb aveva nel piede la prima fila, e l’obiettivo era realisticamente alla sua portata, ma il tedesco dovrà scattare dalla nona posizione.
Per la Ferrari, oltre al dispiacere per non aver raccolto quanto avrebbe meritato con entrambe le monoposto, è un grattacapo in più in vista della gara di domani. Avere due vetture in prima fila permetterebbe di poter contare su una maggiore agilità sul fronte delle strategie di gara, differenziandole in caso di necessità, e questo è un argomento che terrà banco fino allo spegnersi del semaforo alle 15:10 di domani.
La Ferrari ha giocato una carta diversa rispetto a Mercedes e Red Bull, puntando sulla gomma soft per passare il taglio della Q2 e quindi anche nella prima parte del Gran Premio, mentre gli avversari diretti hanno scelto la mescola media.
Chi avrà ragione? I long-run completati ieri hanno confermato che sui 4.318 metri della pista austriaca il degrado e l’usura non sono eccessivi, e sia Charles Leclerc che Hamilton hanno raccolto riscontri positivi nelle simulazioni di gara con le gomme rosse.
Charles sarà chiamato a completare almeno 20 giri con la soft, poi secondo le previsioni Pirelli dovrebbe passare alle hard. Strategia che (sempre secondo Pirelli) dovrebbe pagare qualcosa in più rispetto a quella giudicata più veloce, ovvero la combinazione media-hard che potranno scegliere (nella top-10) solo le due Mercedes e Max Verstappen.
Nel paddock però c’è chi sostiene che le strategie potrebbero essere cambiate in corsa. Le simulazioni sono state fatte con temperature di pista molto elevate, in linea con le previsioni meteo di domani, ma degrado ed usura non sono dei parametri così consolidati nei computer degli ingegneri.
Se la pista dovesse confermarsi più gentile con gli pneumatici potrebbe essere considerata la scelta soft-media (per Ferrari) e media-soft per Mercedes e Red Bull. Entrambi i team hanno conservato in qualifica un set nuovo per la strategia… B, ovvero un treno di medie per Charles Leclerc ad uno di soft per Verstappen, Hamilton e Bottas. Il rebus sarà risolto in gara…
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