Pat Symonds, ad oggi uno dei veterani del Circus, conosce bene sia le caratteristiche di Alonso che di Schumacher, ma anche di Ayrton Senna, e può dirsi tra i fortunati che hanno potuto lavorare a fianco di questi tre grandissimi piloti. Con il brasiliano ai tempi della Toleman, con il tedesco durante il fortunato periodo della Benetton a metà anni ’90, e poi in seguito con lo spagnolo negli anni vittoriosi alla Renault. Intervistato da SpeedWeek, Symonds ha ricordato che sia il Kaiser di Kerpen che l’attuale portacolori della McLaren: “Possedevano un’etica di lavoro esemplare, un acuto senso del dettaglio, una grande dose di autostima ed entrambi hanno lavorato a stretto contatto con i loro ingegneri”.
“Ma ciò che spicca per me è l’autostima. Sapevano senza dubbio che erano dei vincenti e per loro non era facile prendere in considerazione una sconfitta” – ha continuato l’inglese – “Per quanto mi riguarda, questa profonda convinzione nelle proprie capacità, è un tratto di tutti i grandi piloti. Michael era incredibilmente bravo con le persone. È uno dei ragazzi più simpatici che abbia mai incontrato in questo sport. Il suo staff era molto importante per lui, conosceva ognuno di loro per nome. Se fosse venuto a vivere nel mio quartiere, sarebbe stato il mio migliore amico. Per Fernando, le persone non erano così importanti, non è riuscito a conoscerle tutte. Era vicino ad alcuni, ma non come Michael. Schumacher sapeva di avere l’intera squadra alle spalle. Alonso era più pragmatico, era gentile con chiunque lo poteva aiutare, ma chi non lo faceva veniva dimenticato”.
“Ho visto solo due piloti che sono riusciti a catalizzare una squadra dietro di loro in modo così efficace: Michael Schumacher e Mark Webber. Avevano una personalità molto speciale, erano amati da tutti, quindi lo staff si è letteralmente fatto in quattro per aiutarli. Fernando era un buon leader perché tutti lo rispettavano, ma non è mai stato d’ispirazione come Michael. Dal punto di vista del pilotaggio erano abbastanza simili. Entrambi sono stati in grado di fare qualcosa di speciale e tirare fuori sempre di più dalle prestazioni della macchina. Ricordo una volta, durante l’era delle ‘gare sprint’, quelle caratterizzate dalle soste ai box per il rifornimento di carburante, che Ross Brawn aprì la radio e disse a Michael di cose c’era bisogno da parte sua e noi sapevamo che il giro dopo lui avrebbe fatto esattamente quanto richiesto. Anche Fernando era capace di essere così. Entrambi sono stati eccezionali nel leggere le gare. Mentalmente erano in grado nello stesso momento di guidare e pensare a come condurre la corsa”.
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