Sulla SF71H è stata introdotta una nuova ala anteriore che era stata sperimentata nei test estivi all’Hungaroring e che adesso viene buona per la parte finale della stagione. I tecnici cercano più carico, ma anche una migliore efficienza aerodinamica.
La Ferrari non rinuncia all’idea di lottare per il mondiale e continua a introdurre delle novità sulla SF71H seguendo una pianificazione che era già stata decisa a inizio dell’estate, visto che il lavoro in galleria del vento è già stato dirottato sulla macchina del 2019.
A Sochi è stata vista l’ala anteriore che era stata provata nei test collettivi all’Hungaroring e che avevano fatto seguito al GP di Ungheria: questa soluzione era stata affidata anche ad Antonio Giovinazzi nei due giorni magiari. La si riconosce facilmente per la totale scomparsa del “ricciolo” sul profilo principale che si solleva gradualmente verso l’archetto che chiude sul marciapiede che lo divide dalla paratia laterale.
In questa evoluzione non passa inosservato nemmeno l’endplate che nella parte esterna mostra la bavetta ricurva che è stata sensibilmente sollevata con un bordo di attacco più indietro del solito. La Ferrari ha studiato una diversa generazione dei vortici, cercando di massimizzare quello esterno alla paratia laterale che ha il compito precipuo di pulire la scia della ruota anteriore dalle turbolenze che si generano fra l’asfalto e la spalla della gomma.
Si osserva anche la maggiore corda dell’ultimo flap aggiuntivo: sono stati ridisegnati i due elementi che lo compongono all’evidente ricerca di più carico aerodinamico per un tracciato che richiede un valore medio alto.
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