La spaccatura che si sarebbe creata sul ponte di comando della Rossa dopo le esternazioni pubbliche del team principal Maurizio Arrivabene sulle scelte tattiche operate durante le qualifiche del GP del Giappone, avrebbe creato una crepa piuttosto preoccupante nel meccanismo che regolamenta i rapporti internialla squadra. Motivo per il quale Mattia Binotto potrebbeanche seguire la sorte di alcuni suoi predecessori, vedi ad esempio Aldo Costa approdato alla pluri titolata Mercedes dove si è ‘riabilitato’ agli occhi del grande pubblico mostrando che a Maranello si erano sbagliati sul suo conto.
Un altro dato che depone a favore di tale scenario è la conferma di Arrivabene in sella al Cavallino Rampante, si parla di un contratto fino a fine 2021, tanto che i rivali della Scuderia avrebbero reagito rapidamente mettendosi sulle tracce di Binotto. Su tutti due team: la già menzionata Mercedes, che punta rinforzarsi ulteriormente, e Renault che vorrebbe un tecnico di prim’ordine per spiccare definitivamente il volo verso la lotta di vertice. Queste le considerazioni emerse sulle colonne del quotidiano finlandese Turun Sanomat attraverso la penna del giornalista e assiduo frequentatore del paddock, Luis Vasconcelos.
Se il contratto di Binotto dovesse effettivamente avere un termine fissato per il 31 dicembre 2018, come sostengono le medesime indiscrezioni, si potrebbe veramente profilare un clamoroso cambio di casacca. Perlomeno un gara fra chi potrebbe assicurarsi eventualmente i servigi di un ingegnere in grado di fare crescere esponenzialmente le prestazioni della Ferrari e della sua power unit grazie a scelte tecniche piuttosto indovinate e che hanno fatto scuola. Soluzioni per questo finite sotto la lente degli avversari del team italiano e di conseguenza della FIA.
Vasconcelos ha inoltre riportato che la frattura tra Arrivabene e Binotto sarebbe effettivamente tale da aver portato il direttore tecnico ad intimare al CEO della Ferrari, Louis Camilleri, ‘O lui o me‘ – riferendosi al team principal bresciano del quale l’ingegnere ginevrino era stato indicato come possibile successore in estate. Un altro scenario emerso sempre attraverso i rumor che volevano un piano ben congegnato ed architettato prima della sua scomparsa da Sergio Marchionne, ma poi naufragato in seguito all’improvvisa morte di quest’ultimo.
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