Dopo il caotico GP di Germania il circus della Formula 1 si trasferirà in Ungheria dove si disputerà il GP di Budapest, ultimo appuntamento prima della pausa estiva. E’ un tracciato che, almeno sulla carta, sembra sposarsi bene con la Mercedes ma attenzione alle alte temperature che potrebbero mettere in crisi la W10. La Red Bull è in netta ripresa grazie anche a Max Verstappen che, in stagione, è stato l’unico in grado di spezzare l’egemonia anglo-tedesca grazie alle vittorie di Austria e Germania. Attenzione anche alla Ferrari che ha dimostrato, specialmente in Germania, di essere molto competitiva anche su piste che non sembrano sposarsi bene con il progetto SF90.
La pista è una delle più lente del Mondiale
Il tracciato ungherese dell’Hungaroring, situato a pochi chilometri dal centro di Budapest, è una delle piste più lente del mondiale essendo formata da curve molto strette e tortuose. Il circuito misura 4381 m e la gara, che si disputa su questo tracciato dall’agosto del 1986 e si svolgerà su ben 70 giri. E’ una pista abbastanza piatta anche se il circuito è situato a 238 sul livello del mare e presenta un dislivello massimo di circa 26 m. Il tracciato composto da quattro tratti ad alta velocità (rettilineo principale, tratti 1-2, 3-4-5 e 11-12), tre curve lente (1, 2 e 6) e una chicane (curve 6 e 7). L’ala mobile i piloti la potranno utilizzare in due punti: sul rettifilo e sulll’allungo tra Curva 1 e Curva 2, con un solo detection point situato sulla staccata di Curva 14. La pista essendo molto tortuosa con una carreggiata piuttosto stretta è molto impegnativa per i sorpassi e per questo motivo la qualifica sarà molto importante per l’andamento della gara.
Vetture useranno il massimo carico aerodinamico
Il tracciato ungherese richiede alto carico e buon bilanciamento aerodinamico per ottenere la migliore assistenza in frenata. Il bilanciamento aerodinamico si consegue regolando accuratamente l’incidenza dell’ala anteriore una volta determinata l’incidenza dell’ala posteriore che fornisce carico verticale per ottenere la giusta aderenza.
La potenza della Power Unit vale 0,21 s ogni 10 cv
Il circuito ungherese non è particolarmente severo per il motore in quanto viene utilizzato a piena potenza per il 65% del giro. Rispetto a quello che si pensa questo tracciato è molto sensibile alla potenza che vale ben 0,21s ogni 10 cv. La parte ibrida è molto importante perché si riescono a recuperare 748 kj da MGU-K nonostante non ci siano frenate molto impegnative. A livello di MGU-H il tracciato di Budapest è tra quelli in cui si riesce a “recuperare” un quantitativo di energia minore che le simulazioni stimano in circa 2768 kJ. L’alta temperatura ambiente e la bassa velocità media rendono particolarmente critico il raffreddamento del motore e dei suoi accessori. A livello di consumo di carburante è molto elevato a causa dell’alto carico aerodinamico che si va ad utilizzare. Questo significa che, i piloti, dovranno utilizzare delle strategie di risparmio carburante in alcune fasi di gara, a meno di un ingresso della Safety Car che aiuterebbe i piloti a terminare la gara senza fare “fuel saving”.
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