Bagno di folla alle Finali Mondiali Ferrari di Monza per Il team principal Maurizio Arrivabene:
Conosci ovviamente bene Vettel, e anche Leclerc. Credi che potrà essere una coppia affiatata?
“Si, assolutamente si. Charles lo conosco dal 2016, nel momento in cui ha firmato il suo primo contatto, e si vedeva che era un ragazzo con grandi doti, come ha poi confermato in questa stagione. Il prossimo anno il suo obiettivo sarà quello di acquisire esperienza, questo è l’aspetto più importante, evitando di montarsi la testa ed imparando da Sebastian”.
“Ha il lusso di poter affrontare una stagione in cui gli sarà chiesto di riportare la monoposto ai box e il più avanti possibile in classifica, ma senza pressioni. Dovrà assorbire come una spugna i trucchi del mestiere da un pilota di grande esperienza come Sebastian”.
Cosa vi ha insegnato il 2018?
“C’è stato un momento in cui eravamo tutti fenomeni, poi è arrivata una fase in cui si è puntato il dito sul pilota ed infine è seguito un periodo in cui è stata la monoposto a finire nel mirino. Alla fine abbiamo capito ancora di più che si vince e si perde tutti insieme, gli errori ci sono stati, da parte sua (Vettel) e in misura minore da parte della squadra, ma la lezione che abbiamo capito è che non serve puntare il dito su qualcuno”.
“C’è un responsabile della Gestione Sportiva, e sono io. Mi sono arrabbiato una volta (a Suzuka), ma credo che una volta in tre anni e mezzo ci possa anche stare. Quando le cose vanno male sono qui, e l’ho sempre detto, quando invece vanno bene la mia soddisfazione è andare sotto il podio, cantare l’inno, e applaudire. Una volta forse ci salirò anche io sul podio, ma c’è una lunga lista di persone che meritano di andarci prima di me”.
Vettel in alcuni fasi di questa stagione è sembrato accusare il peso della pressione…
“Raikkonen e Vettel si assomigliano sotto molti aspetti, ma mentre con Kimi in alcuni momenti serve magari parlargli un po’ di più, con Seb è necessario fargli sentire l’appoggio della squadra. Ha accusato molto quanto è accaduto a Monza, perché ci teneva tremendamente a regalare una grande soddisfazione ai tifosi, e ha faticato molto a digerire l’esito di quel weekend. In questo senso non lo ha aiutato l’essersi trovato nelle gare successiva con una monoposto che non era al massimo della forma, ma sono problemi comprensibili, il fattore umano è importante”.
Come procedono le discussioni con Liberty in merito ai regolamenti futuri?
“Liberty ha degli obiettivi molto chiari, ma non sempre coincidono con le esigenze delle squadre, e per questo le discussioni sono ancora in corso. Non penso che i tempi saranno brevissimi, ma non possiamo aspettare ancora tanto”.
Non si conosce ancora il nome della Casa che fornirà gli pneumatici a partire dal 2020. Qual è la posizione Ferrari in merito?
“Oggi il tender è in mano a Fia e Liberty. Stiamo lavorando da tempo con Pirelli, abbiamo avuto fasi positive e momenti difficili, ma anno dopo anno hanno realizzato un prodotto che si è evoluto positivamente. Gettare tutto dalla finestra mi sembra sbagliato, ma detto questo la scelta non la facciamo noi”.
Avete identificato delle aree specifiche in cui Mercedes è ancora superiore?
“Ci sono aree in cui siamo superiori, altre in cui lo sono loro. Ma credo che ci manchi ancora l’abitudine a vincere, per loro fare ‘doppietta’ è quasi ordinario, per noi un evento ancora eccezionale, dobbiamo essere più consapevoli dei nostri mezzi e non avere paura di vincere. Nel tennis lo chiamano ‘il braccino’, la paura di vincere che arriva quando sei vicino all’obiettivo, dobbiamo avere fiducia in noi stessi, e far diventare la vittoria una bella abitudine”.
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