“Io penso che Vettel sia un grande pilota, forse il migliore, la macchina però ancora non lo è, speriamo possa migliorare, però la Mercedes è imbattibile” – Luciano Benetton, fondatore del Gruppo Benetton, a margine della mostra «Join the dots / Unire le distanze», a Trieste, commenta così il secondo posto di Sebastian Vettel al gp di Montecarlo. Dovesse tornare in Formula Uno, l’imprenditore dice che punterebbe sui giovani e fornisce il profilo di alcuni piloti «pericolosi, nel senso che non portano a casa la macchina tutte le domeniche, ma regalano emozioni»; gli viene fatto il nome di Max Verstappen, e Benetton sorride ricordando anche i trascorsi con Jos Verstappen, papà di Max, in Benetton nel 1994 con due terzi posti in Ungheria e in Belgio.
Nel 1985 il Gruppo Benetton, sotto la guida di Luciano, entrò nella Formula 1 tramite l’acquisizione delle scuderie Toleman e Spirit, fondando la Benetton Formula. La direzione del team venne affidata a Flavio Briatore. Negli anni ’80 e ’90 la Benetton fu protagonista nel mondo delle corse, conquistando due mondiali piloti (nel 1994 e 1995) e un mondiale costruttori e, soprattutto, lanciò la carriera del pilota tedesco Michael Schumacher, campione indiscusso degli anni ’90 e 2000. In totale la scuderia di Luciano Benetton vinse 27 Gran Premi su 260 gare. Fra i piloti che gareggiarono con tale scuderie, oltre al citato Schumacher, troviamo: Giancarlo Fisichella, Nelson Piquet, Jean Alesi, Gerhard Berger. A causa degli scarsi successi la scuderia venne ceduta, nel 2001, alla Renault F1.
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