Il dato positivo è che Sebastian Vettel ha chiuso i test invernali di Barcellona con la migliore prestazione degli otto giorni in 1’16”221, un tempo ad appena 48 millesimi dal record della pista detenuto da Lewis Hamilton e conquistato dal campione del mondo con la pole al GP di Spagna dell’anno scorso.
Il dato negativo è che il pilota tedesco non è riuscito a completare la sua unica simulazione di Gran Premio con la SF90 perché la Rossa si è ammutolita alla curva 2 per un problema elettrico che ha costretto la Ferrari a interrompere il terzo e ultimo stint di gara proprio nel giro di outlap dopo il pit stop.
La Ferrari è veloce, velocissima, ma fragile. Ogni giorno si rompe qualcosa di diverso. A sentire i tecnici del Cavallino niente di importante, ma la monoposto è costretta ad accostare di lato e il pilota a scendere interrompendo il programma di lavoro.
La Scuderia guarda al GP d’Australia con trepidazione e timore. Trepidazione perché la Rossa è capace di svettare sia con il quattro volte campione del mondo, Vettel, sia con il giovane debuttante sulla SF90, Leclerc. Alla fine i due piloti hanno concluso separati da appena 48 millesimi di secondo. Vale a dire un niente. Perché la macchina è facile da guidare e quasi subito è stato trovato un buon bilanciamento che la rende competitiva tanto nel veloce che nel lento.
“I piloti hanno ottenuto tempi sul giro molto simili – ha analizzato il team principal, Mattia Binotto – ma dopotutto sapevamo già che Charles è molto veloce, come abbiamo visto negli anni di Ferrari Driver Academy e la scorsa stagione in Formula 1. Per quanto riguarda Sebastian, ha confermato di essere il campione che tutti conosciamo”.
La coppia, insomma, è molto ben assortita e può sfidare ad armi pari Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, il duo Mercedes che come missione ha la conquista del sesto mondiale di fila per strappare proprio alla Ferrari quel record di cinque titoli consecutivi dell’era Schumacher. La squadra del Cavallino, dunque, è in grado di rivaleggiare con i due Mercedes, tanto più che Bottas si è preso tre decimi di distacco dal suo compagno più graduato, mentre Leclerc è già lì attaccato ai campioni del mondo, pur essendo privo di esperienza nella vita di un top team.
Il riassunto parla chiaro: Ferrari davanti, Mercedes a inseguire. Per giorni la Stella si è nascosta, fedele alla sua filosofia di lavoro votata all’affidabilità. Ma la W10 evoluzione, di fatto una macchina aerodinamicamente nuova che ha fatto il suo debutto in questa seconda sessione, quando ha montato le mescole morbide è arrivata ad alitare dietro alla Rossa, dimostrando che le dichiarazioni di Toto Wolff e Lewis Hamilton erano di facciata.
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Il mezzo secondo che c’era la scorsa settimana è quasi sparito: sono rimasti solo 3 millesimi di secondo a separare la Rossa dalle freccia d’argento. Ma non bisogna essere superficiali nell’analisi e spulciando i tempi delle simulazioni di GP emerge chiaro che la SF90 ha un passo certamente più veloce e costante della W10. E non è poco, ma a Melbourne potrebbe non bastare. Nonostante tutto.
“Sono state giornate molto intense e interessanti – ha continuato Binotto –. Stiamo ancora studiando la nostra macchina, per capirne il limite in termini di prestazione e comprenderne l’affidabilità”.
“Nel complesso sono contento del lavoro svolto e sono lieto di come si comporta la vettura, che su questo tracciato si è dimostrata ben bilanciata. Non posso però essere soddisfatto perché vorrei che fossimo più veloci e affidabili. Per questo mi sento di dire che c’è ancora molto da fare”.
“Il nostro programma, infatti, non è sempre stato fluido come speravamo, a causa di guai di affidabilità e all’incidente di Sebastian causato dalla rottura del cerchio. Dobbiamo risolvere ancora diversi problemi e lavorare per cercare ancora più prestazione. Il fatto che la SF90 funzioni correttamente è un buon punto di partenza, ma non possiamo dirci pronti per Melbourne, direi che restiamo in fase di lavori in corso”.
Parole chiare che non girano intorno al problema: l’affidabilità. Mercedes ha sommato 1.190 giri pari a 5.539 km, mentre Ferrari ha completato 996 tornate, vale a dire 903 km in meno per le troppe soste forzate della SF90. Seb oggi ha fatto i conti con un problema elettrico che si è aggiunto al botto per il cedimento di un cerchio di ieri l’altro causato da un detrito in pista.
Charles, per contro, ha patito una perdita d’acqua dall’impianto di raffreddamento della power unit martedì e ieri si è fermato con uno scarico rotto. Piccoli problemi che possono determinare grandi conseguenze. In altre situazioni si sarebbe vista una squadra presa dal panico e, invece, il presidente John Elkann, apparso a sorpresa nel paddock di Barcellona con il figlio per mostrare la sua vicinanza al team, ha trovato un ambiente molto carico e motivato, tutt’altro che isterico o impaurito.
A Maranello sanno del potenziale della Rossa, ma sono consapevoli che i (piccoli) guai di gioventù possono condizionare i risultati, perché l’Australia è già dietro l’angolo. La Mercedes fa paura: ora che la pretattica ha lasciato lo spazio a un barlume di verità, la partita sembra chiara. La Ferrari dovrà giocare il ruolo di lepre fra i canguri, facendo ben attenzione di non lasciarci lo… zampino.
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