Cardile e Sanchez stupiscono per le bocche della Rossa che sono molto piccole: sulla SF71H si usavano anche i soffiaggi degli specchietti per migliorare il raffreddamento, mentre sulla SF90 c’è un doppio ricciolo che genera un vortice utile a estrarre il calore dietro all’Halo. La Ferrari ha voluto stupire con l’airbox della SF90 che è tornato a essere piccolo e triangolare come nel 2017, andando in controtendenza con gli altri team che hanno mantenuto un airscope piuttosto grande, utile non solo all’alimentazione del motore ma anche al raffreddamento del sistema ibrido.
I tecnici del Cavallino hanno studiato un nuovo packaging della power unit ricollocando scambiatore di calore e radiatori, in modo da deliberare un cofano motore sorprendentemente stretto che permette di avere un’ala posteriore meno coperta nella parte centrale e, quindi, più efficiente a vantaggio di una migliore velocità di punta.
Detto questo, però, bisogna estrarre il calore dalle fiancate della Rossa che adotta anche bocche delle pance molto alte e strette. Gli aerodinamici della Gestione Sportiva hanno curato la fluidodinamica interna dei puntoni laterali e, in parte, hanno cambiato la filosofia con la quale intendono assicurare l’affidabilità della power unit siglata 064.
E volendo dirla tutta si potrebbe aggiungere che a Maranello si sono messi nel solco di quella che è la tradizione della Mercedes: sulla W10, infatti, nel pomeriggio sono stati aperti gli sfoghi di aria calda alla fine del supporto dell’Halo, aggiungendo uno sfogo alle branchie che già caratterizzavano i lati dell’abitacolo quando alla guida c’era Valtteri Bottas.
La SF90, invece, non ha gli sfoghi ai lati della protezione della testa, ma mostra un’apertura piuttosto evidente proprio dietro al supporto dell’Halo. L’elemento distinguente della Rossa è che proprio all’imboccatura della pancia, lato telaio, si osserva che il complesso convogliatore di flusso dà origine a un doppio “ricciolo” (il primo rosso opaco e il secondo nero carbonio) che fa soffiare dell’aria nella piccola scanalatura della fiancata.
È lecito pensare, infatti, che questo “acceleratore di flusso” sia finalizzato ad aiutare proprio l’estrazione dell’aria calda dallo sfogo aperto dietro all’Halo. Ogni anno Enrico Cardile e David Sanchez trovano nuove opportunità aerodinamiche per assicurare al motore una buona affidabilità senza che il raffreddamento costi troppo in termini di performance.
La sensazione è che la SF90, proprio come la Red Bull RB15, abbia preso qualche rischio in materia di bocche delle pance e sfoghi dei radiatori per mantenere un corpo vettura che sembra più snello della regina Mercedes. Nei prossimi giorni scopriremo chi avrà avuto ragione…
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