Sebastian Vettel ha ritrovato il sorriso. Nel team di Maranello c’è chi scommette sul quinto titolo mondiale del pilota tedesco (che pareggerebbe i conti con Lewis Hamilton e Juan Manuel Fangio) e interromperebbe la sequenza di cinque iridi di fila della Mercedes che non potrebbe battere il record dell’era Schumacher ferrarista, quando la Scuderia infilò un filotto di cinque mondiali proprio come hanno fatto le frecce d’argento dall’avvio della F1 ibrida.
Sebastian alla quinta stagione in Ferrari sembra avere un approccio nuovo. Cosa ha (ri)dato motivazione a un pilota che non ha certo bisogno di… imparare a vincere dopo 52 successi nei GP?
La risposta è piuttosto semplice: il tedesco ha capito che potrebbe essere il suo anno domenica 17 febbraio, quando la squadra del Cavallino è scesa in pista sul tracciato di Barcellona, lo stesso che il giorno dopo ha dato il via ai test invernali che hanno visto la Rossa ottenere il miglior tempo alla conclusione della seconda e ultima sessione.
Senza gomme adatte (Seb aveva le Pirelli da esibizione come da regolamento FIA) Vettel ha tenuto a battesimo la SF90: dopo un installation lap per verificare che tutto funzionasse a dovere si è dedicato a quella che doveva essere una sgambata per le riprese commerciali che la Federazione Internazionale concede per due filming day all’anno.
A Sebastian è bastata la prima staccata quasi al limite in fondo al lungo rettilineo di Montmelò per capire che la Rossa era stata disegnata su di lui, per assecondare i suoi voleri: la SF90 è una F1 che permette di portare la staccata fino in curva, proprio come quelle Red Bull che gli avevano permesso di incasellare quattro titoli mondiali di fila.
È bastato poco più di un giro per instillare a Seb la convinzione che la nuova Ferrari è quella che lui voleva. E alla conclusione del primo giorno di test si è espresso con termini che hanno lasciato a bocca asciutta anche la squadra:
“Non avevo pregiudizi, o particolari aspettative, ma al momento penso che debba fare un grande complimento a tutti coloro che hanno lavorato in fabbrica a Maranello per come hanno saputo interpretare le nuove regole. Ciò che hanno messo in pista oggi, nel primo giorno di prove dell’anno, è molto vicino alla perfezione. Non solo la performance, ma il numero di giri completati e come la squadra ha gestito la monoposto: tutto ha funzionato. Tutto è stato migliorato rispetto alla vettura dello scorso anno”.
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Ricordate il pilota che si aggirava nel box con un notes nero sul quale prendeva gli appunti sulla messa a punto della macchina, quasi fosse un ingegnere in macchina pronto a suggerire ai tecnici le modifiche? Bene quella figura deve essere stata spazzata via.
Sebastian Vettel deve fare il pilota e gli ingegneri i tecnici, proprio come ai tempi di Adrian Newey, senza troppe commistioni che potrebbero generare delle incomprensioni sulle responsabilità. Niente di tutto questo specie ora che c’è un ingegnere nel ruolo di team principal come Mattia Binotto.
Ma il “boost” che ha dato una grande convinzione a Vettel è l’aver scoperto che la SF90 si guida proprio come lui l’avrebbe voluta: sarà curioso con quale nome di donna vorrà soprannominare la Rossa 2019, visto che la SF71H è rimasta Loria senza mai trasformarsi in Gloria come il tedesco si aspettava…
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