Mattia Binotto, team principal Ferrari, è deluso: “Non possiamo dire che questo sia il risultato che ci attendevamo, ma siamo consapevoli che Albert Park non è la nostra pista ideale. Abbiamo raccolto una gran quantità di informazioni per identificare le aree sulle quali lavorare”.
C’è qualcosa che non torna. Partendo dal punto fermo che le classifiche hanno sempre ragione, la prima graduatoria ufficiale emessa dal Mondiale 2019 contiene dei verdetti che non coincidono con le valutazioni della vigilia.
Il primo elemento, che risulta ovviamente essere anche il più vistoso, è legato alle Ferrari. La prima SF90, quella di Sebastian Vettel, è in terza posizione, a ben sette decimi dal poleman Lewis Hamilton, la seconda (di Charles Leclerc) in quinta, quasi ad un secondo.
Davanti due Mercedes, neanche a dirlo, in mezzo la Red Bull di Verstappen. Un bilancio peggiore del sabato di un anno fa, per la Scuderia, quando il gap da Hamilton fu lo stesso, ma con due Ferrari in seconda e terza posizione, complice il botto in qualifica di Bottas.
Ma cosa è accaduto? Che la Ferrari si aspettasse di meglio dalla prima qualifica stagionale è scritto sui volti degli uomini del box del Cavallino…
“Non possiamo dire che questo sia il risultato che ci attendevamo – ha confermato Mattia Binotto – ma siamo altresì consapevoli che Albert Park non è la nostra pista ideale per una serie di caratteristiche che non ci permettono di esprimerci al meglio. Dobbiamo ovviamente migliorarci ma abbiamo raccolto una gran quantità di informazioni per identificare le aree sulle quali lavorare. Sebastian ha dimostrato come sempre di saper sfruttare ogni centimetro di pista mentre Charles ha superato egregiamente la sua prima vera prova, che qualche piccola sbavatura non intacca. Abbiamo davanti a noi altre 20 qualifiche e 21 gare, la partita è lunga e siamo pronti a giocarla”.
Il team principal della Ferrari punta il dito sulle caratteristiche di Melbourne, ma i sette decimi di ritardo accusati da Vettel sono stati comunque troppi rispetto alle previsioni.
“Sono sorpreso – ha confermato Seb – lo sono io, forse lo sono tutti… anche loro (indicando Hamilton e Bottas)”.
I conti non tornano non tanto per le posizioni, considerando che Melbourne è uno dei feudi Mercedes per eccellenza (ad eccezione della vittoria 2017 di Vettel), quanto per i distacchi.
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È vero che anche lo scorso anno il gap fu lo stesso, ma sorprende vedere una Haas più vicina alla Ferrari di quanto la Ferrari lo sia alla Mercedes. Questo, al di là della pista, è un dato atipico, e sicuramente legato al lavoro specifico del fine settimana.
Ha ragione Binotto quando sottolinea che quella di Melbourne è una delle 21 tappe della stagione, e che in fin dei conti la classifica è ancora una pagina bianca. Ma in ottica futura diventa importante uscire dall’Albert Park con le idee chiare su cosa non ha funzionato.
Pista, temperature, mescole, sono le variabili differenti rispetto a Barcellona, sede dei test, e qualcosa non si è confermato come nelle previsioni.
“Partiamo da qui e vediamo cosa riusciamo a portare a casa – ha spiegato Vettel – questa pista ha caratteristiche particolari e le condizioni sono diverse da quelle che abbiamo sperimentato nei test. Abbiamo sicuramente migliorato la vettura durante la notte, ma ovviamente non abbastanza per stare davanti a tutti. In gara domani avremo il tempo di capire ulteriormente la macchina. Spingeremo più forte che possiamo, poi vedremo in che posizione saremo. Dopotutto siamo a 16 metri dalla pole position…”.
Lo scorso anno a Seb riuscì il colpaccio, grazie all’errore degli strateghi di Hamilton che pasticciarono quando entrò in pista la safety car. Ma dodici mesi fa la Mercedes era una sola, mentre domani monopolizzeranno tutta la prima fila. Oltre al solito Hamilton, a scattare davanti a Vettel ci sarà un Bottas apparso rigenerato.
La seconda posizione non deve trarre in inganno, perché il finlandese ha messo addosso ad Hamilton una pressione notevole, come non si vedeva da tempo.
“Ed il tutto su una pista in cui Lewis ha davvero qualcosa in più – ha commentato Toto Wolff – alla fine l’ha spuntata per un decimo, se l’è sudata. Dal mio punto di vista una grande qualifica, quella di Valtteri”.
In una giornata interrogativa per la Ferrari anche Leclerc non ha sfoggiato il sorriso previsto.
“Dopo un Q1 buono e un Q2 molto buono, nel Q3 ho commesso qualche errore di troppo – ha commentato il monegasco – soprattutto nel primo settore, e non sono riuscito a migliorare il mio tempo. Per quanto riguarda il distacco dai nostri principali rivali devo ammettere che forse ce lo aspettavamo minore, anche se questa è una pista anomala che spesso offre un quadro differente da quello che si ha su un tracciato tradizionale. Dal canto nostro credo ci sia ancora margine per lavorare sulla vettura, inoltre la gara è domani ed è piuttosto lunga: io punto ancora al podio”..
Per Charles Leclerc la prima impresa del 2019 sarà il tentativo di superare Verstappen al via, cosa non proprio tra le più semplici: “Indubbiamente dovrò azzeccare una partenza perfetta, perché i sorpassi qui non sono per niente facili, ma ci proverò”.
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