Dalle pagine del suo blog il giornalista Leo Turrini è intervenuto sulla terza gara della stagione di Formula Uno 2019, il Gran Premio di Cina, sulla situazione di Sebastian Vettel e Charles Leclerc e sullo sviluppo della Ferrari:
“Al bar. Dal commercialista. In banca. Allo spettacolo di musica e parole su Ayrton, che ho tenuto ieri sera. Persino in chiesa! Tutti a farmi le stesse domande. E io dare le stesse risposte. Che di seguito riassumo.
MA NON SI ERA DETTO DOPO I TEST DI BARCELLONA CHE LA FERRARI ERA IN FUGA?
Sorry, come cantava Vasco “io no io no io no”. Anche introducendo gli entusiastici commenti degli emissari Clog al Montmelo (Santini, Ricccris, Nelson66) avevo palesato grande prudenza. Per inciso, forse i miei tre amici avranno capito quanto sia difficile il mestiere che faccio io, ci si espone con un parere, si può sbagliare, solo i webeti non sbagliano mai, ricordatevelo quando criticate chi si esprime pubblicamente mettendoci nome e cognome, grazie. Mi sembrava evidente che la Mercedes mai nei test aveva cercato la prestazione e di solito fa così chi si sente sicuro. Inoltre ricordo le parole di Binotto a fine collaudi: non è vero che siamo avanti. Ma nemmeno dovevate essere così indietro, aggiungo io.
LA FERRARI VERA È QUELLA DEL BAHREIN O DEGLI ALTRI 2 GP?
Forse una via di mezzo. E comunque non va bene, perché un’auto sana non è condizionata dalle differenze tra i tracciati. Una macchina buona è competitiva ovunque. Qui passi da 3 decimi di bonus nel deserto alla scoppola cinese. La stranezza della cosa lascia un margine di speranza e infatti a Maranello non sono disperati.
BIN8 PUÒ REGGERE IL DOPPIO INCARICO?
Falso problema, a mio parere. Mi spiego. A suo tempo sono stato io a segnalare che era dai tempi di Forghieri pre ds Montezemolo che in Ferrari non si concentrava tanto potere in una sola persona. Quindi, trattasi di anomalia. Ma la stessa anomalia al cubo (lui era anche proprietario del team!) nel 2009 non impedì a Ross Brawn di vincere il mondiale. D’accordo, Bin8 non è Brawn ma l’esempio serve per chiarire che non esiste una regola fissa. Piuttosto, è vero che ai vertici aziendali ci sono Elkann e Camilleri, non esattamente uomini con cultura “Racing”. Non l’aveva nemmeno Marchionne, che però ci teneva come un pazzo e l’ho raccontato spesso. Dopo di che, la macchina non la faceva LCDM e nemmeno Marchionne.
VETTEL versus LECLERC
Unica cosa indiscutibile. In qualifica non esistono ordini di scuderia. In qualifica, Vettel 2 Leclerc 1. Poi magari finisce 4-17, ma questo dato certo viene misteriosamente ignorato. Chissà perché (cioè io lo so, ma sotto Pasqua ho fatto un fioretto).
TEAM ORDER.
Non mi piacciono. Non ne ho fatto mistero. In Cina a Leclerc è stato tolto il quarto posto, sbagliando. È tutto da dimostrare che a parità di strategia avrebbe battuto Seb. Se il tema è filosofico, io sono per lasciar liberi i due, ponendo come unica condizione che i due non danneggino il bene comune (fin qui, non l’hanno fatto). Se l’interpretazione è “politica”, del tipo “Carletto sta asfaltando Sebastiano ma Binotto si oppone”, A) i fatti non dicono questo B) mi dispiace ma io non abbocco, non mi pare che nel deserto Bin8 abbia intralciato la meravigliosa corsa di Leclerc.
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Insisto sulla mia vecchia tesi, buona anche nei 4 anni precedenti (per inciso: clamorosa la riabilitazione postuma di KR7, a me danno sempre ragione troppo tardi): non sono i piloti il problema Ferrari. A scanso di equivoci: tutti sanno che io mi dichiaro ferrarista di rito raikkoniano ma quando fu decisa l’operazione Leclerc scrissi che era giusto, perché il ragazzo ha doti formidabili ed era venuto il momento di offrirgli l’occasione. Solo che qui si guarda il dito e non la luna. Tre doppiette Mercedes e giù a parlare del derby domestico. Avanti così, il 2028 nemmeno è troppo lontano.”
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