103 giri per vederci chiaro e scacciare via qualche fantasma. Sebastian Vettel è risalito sulla SF90 due giorni dopo il Gran Premio del Bahrain a caccia di conferme, dopo i dubbi emersi in una gara molto sofferta.
Seb domenica sera aveva parlato di una vettura non facile da guidare, di una monoposto che non si era sposata al meglio con il suo stile di guida, e il test post-Gran Premio è giunto al momento opportuno per verificare cosa non ha funzionato.
In mattinata il programma di lavoro della Ferrari è stato indirizzato proprio ai problemi emersi in gara sulla monoposto numero 5, con prove di bilanciamento ed assetto.
“I’m happy”, ha confermato Vettel durante la pausa pranzo, proseguendo poi l’attività nel pomeriggio con lunghe simulazioni di gara.
Il riscontro cronometrico non è stato molto indicativo, visto che il miglior tempo del ferrarista è arrivato al mattino dopo soli 28 giri, e a differenza di molti avversari si è limitato alla mescola C3, rinunciando ai compound più prestazionali per rimanere fedele a quelli utilizzate nel corso dello scorso weekend.
“Oggi siamo riusciti a massimizzare il tempo a nostra disposizione grazie a condizioni di pista buone e costanti – ha confermato Vettel – abbiamo potuto provare diverse configurazioni di messa a punto e valutare il comportamento delle gomme”.
“È stata una giornata piuttosto positiva: al mattino ci siamo concentrati su alcuni run più corti mentre nel pomeriggio abbiamo simulato alcune fasi di gara. È stata una sessione interessante perché ci ha permesso di raccogliere ancora più informazioni che ci potranno tornare utili fin dal Gran Premio di Cina”.
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Una Cina che Seb si augura possa essere una svolta (a Shanghai Vettel ha ottenuto quattro pole position ma una sola vittoria) ritrovando il miglior feeling con la SF90. In palio non c’è solo il bottino di tappa, ma anche la ricerca di conferme che riportino quella tranquillità che è sempre stata un’ottima compagna di viaggio del tedesco.
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