Lo scorso 2 aprile 2019, Mick Schumacher si è calato per la prima volta nell’abitacolo dellaFerrari, quasi dieci anni dopo l’ultimo test svolto dal papà Michael sulla Rossa. Il primo contatto del giovane pilota dell’Academy di Maranello con la SF90 è stata però segnata dalla pioggia caduta sul circuito di Sakhir, permettendo al figlio d’arte di percorrere 56 tornate.
Nel fine settimana della Cina, è stato il team principal Ferrari, Mattia Binotto, a commentare il lavoro svolto dal pilota della Prema in F2: “Valutare la sua prestazione penso sia molto difficile, perché in quella giornata il meteo è stato inclemente, e alla fine l’obiettivo non era quello di valutare la sua performance. Era la sua primissima giornata su una vettura di F1, per la sua parabola di apprendimento è più importante la sua sfida in Formula 2“. Nello specifico Binotto si è voluto concentrare sulla metodologia di lavoro di Mick: “Penso che sia stato positivo il suo approccio alla giornata di test, senza spingere al limite, provando a migliorare uscita dopo uscita, conoscere la vettura e il team, e penso che da questo punto di vista abbia fatto un lavoro molto buono. L’ho trovato molto focalizzato e concentrato, ed era il massimo che ci potessimo aspettare“.
In conclusione il numero uno del muretto del Cavallino ha voluto avvicinare proprio il modo di lavorare di Mick a quello del padre: “Il suo modo di comportarsi è molto simile a quello di Michael, soprattutto a livello di approccio e nel modo in cui si è interessato alla vettura, come ne ha parlato con i tecnici. E anche a Maranello è sempre in officina a studiare la macchina e parlare con i meccanici, e in questo è molto simile a suo padre“.
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