C’è molta curiosità intorno all’improvvisa perdita di performance della SF71H, passata da monoposto di riferimento ad inseguitrice della Mercedes.
Un ruolo che la Ferrari aveva recitato benissimo a cavallo fra la primavera e l’estate di quest’anno e che l’aveva proiettata in testa ai due campionati. Tuttavia, a dispetto degli errori umani compiuti da Sebastian Vettel e dal muretto, la vettura del Cavallino Rampante si è dimostrata meno competitiva della rivale diretta nella corsa al titolo a partire da Singapore. L’ultima vittoria della Rossa risale a Spa, poi il disastro in partenza a Monza che di fatto aveva vanificato una prima fila conquistata con merito. Ma in seguito qualcosa è cambiato.
Le indiscrezioni emerse fra Sochi e Suzuka riferiscono che l’ormai celebre doppio sensore sulle batterie potrebbe avere sortito il definitivo colpo alle ambizioni iridate della Ferrari. Una tesi smentita dal team principal Maurizio Arrivabene e della quale il direttore di gara della FIA, Charlie Whiting, non vuole parlare. Alla domanda se potesse spiegare a cosa serve questo sensore, il delegato dell’organo di governo sportivo della F1 ha risposto: “No. Se lo facessi, dovrei descrivere le caratteristiche della macchina della Ferrari e poi il resto delle squadre capirà qualcosa in più. Non posso permettere che ciò accada”.
Anche il rivale numero, Lewis Hamilton, ha ammesso di non capacitarsi del motivo per il quale la monoposto italiana è diventata improvvisamente meno competitiva. “Non me l’aspettavo” – ha dichiarato il capofila del Mondiale – “Fino a metà stagione erano molto forti. Poi siamo arrivati a Monza, dove erano ancora abbastanza competitivi, ma in seguito, a Singapore, c’è stato il momento in cui hanno iniziato ad essere meno veloci. Non ho davvero una risposta per questo. Dovreste chiedere a Sebastian”.
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