È arrivata dalla Gazzetta dello Sport la conferma alla nostra anticipazione: la power unit di Charles Leclerc nel GP del Bahrain non ha subito danni tali da richiedere l’utilizzo precauzionale del secondo motore fra due weekend in Cina.
Il motore di Sakhir è in grado di tornare in azione nelle prove libere del terzo Gran Premio stagionale e solo dopo l’utilizzo in pista si capirà se potrà continuare la sua vita senza intoppi.
Dopo le attente analisi a Maranello che avevano evidenziato un problema all’iniettore del cilindro 4 (si tratta di un componente sostituibile che non è parte del propulsore punzonato dalla FIA), i motoristi diretti da Corrado Iotti hanno deliberato che il 6 cilindri del Bahrain può tornare in pista a Shanghai: siccome la stagione 2019 deve essere affrontata solo con tre motori, dover passare all’unità 2 già alla terza gara sarebbe un bel problema, visto che ogni propulsore deve durare almeno 7 gare.
Per il giovane monegasco è una buona notizia, perché lenisce, almeno in parte, la delusione per aver visto andare in fumo la prima vittoria della sua carriera in F1. Il pilota è stato abile, perfettamente condotto via radio dal muretto del Cavallino, a portare a casa un prezioso terzo posto che lo ha portato al quarto posto nel mondiale a un punto da Max Verstappen, avendone quattro di vantaggio sul compagno di squadra, Sebastian Vettel.
Tolta la parte emotiva che ha fortemente condizionato il GP, il risultato del giovane Leclerc a Sakhir è meno negativo di quanto fosse parso domenica a caldo: il monegasco ha incasellato il primo podio della carriera con punti pesanti e il problema meccanico che lo ha privato del certo successo potrebbe anche non avere ripercussioni sul resto della stagione.
I tecnici del Cavallino, comunque, stanno indagando le cause che hanno mandato il crisi il 6 cilindri turbo 064, perché è indubbio il fatto che il motore soffra di problemi di affidabilità che si sono palesati già dai test invernali di Barcellona.
Leave a Reply